“Vicenda strade Anello del Pino: assurdo pagare per un bene di uso pubblico”

 

                Nel 2009 l’Agenzia del Demanio chiede al Comune di Cervia il pagamento di 534 mila euro per aver utilizzato aree dello Stato destinate a strade comunali, ovvero le strade che dall’Anello del Pino arrivano al Mare.

        Il Comune si oppone alla richiesta, in virtù del fatto che, in base all’usucapione, le strade oggetto dell’istanza sono già di proprietà del Comune che, oltre ad averle costruite in fase di urbanizzazione della zona (anni Sessanta/Settanta), da allora ne ha sempre curato la manutenzione e riqualificazione.

        Il Comune quindi avvia tutte le iniziative legali per dichiarare l’infondatezza della richiesta: ricorso gerarchico all’Agenzia del Demanio, non accolto; ricorso al TAR dell’Emilia Romagna.

        Il 22 marzo 2011 Equitalia spa, per conto dell’Agenzia del Demanio, notifica al Comune la cartella esattoriale di 590 mila euro, per gli importi richiesti nel 2009 comprensivi degli oneri di recupero credito, da pagare entro oggi, 21 maggio.

        Il Comune a questo punto chiede al TAR la sospensione della cartella.

        Allo stesso tempo decide di attivare anche la causa civile per ottenere la sospensione dell’efficacia della cartella, nel caso il TAR dovesse esprimere un provvedimento contrario.

        L’altro ieri, giovedì 19 maggio, il Tar si è espresso sulla richiesta di sospensiva da parte del Comune e ha deciso di non accoglierla in quanto ha ritenuto non sussistere “la gravità e irreparabilità del danno in relazione al suo stato patrimoniale e alla sua complessiva situazione finanziaria”. Resta quindi da definire il merito della vicenda.

       Alla luce del pronunciamento del TAR e vista la scadenza della cartella esattoriale, fissata per oggi 21 maggio, la Giunta Comunale di Cervia ha quindi deliberato di “non procedere nell’immediato al pagamento della cartella di Equitalia s.p.a. del 22 marzo 2011, in attesa della fase di merito del giudizio instaurato avanti al TAR e nelle more del giudizio cautelare in sede civile”.

       In sede civile il Comune farà valere anche l’acquisizione della proprietà delle aree per effetto dell’usucapione.

        La Giunta, in sostanza, si rimette al pronunciamento dei giudici di fronte ai quali verranno fatte valere le proprie ragioni, cioè l’infondatezza della richiesta di far pagare al Comune, cioè ai cittadini, per l’uso di strade, ovvero di un bene pubblico.

 

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