Questa sera all’approvazione del Consiglio comunale le modifiche al regolamento sui chioschi della piadina

La Giunta approva le modifiche al regolamento sui chioschi della piadina.

 

Questa sera è all’approvazione del Consiglio comunale.

 

Obbiettivo valorizzazione dell’artigianalità e tipicità del prodotto, qualificazione di arredi e strutture, aumento del canone intorno al 25%.

 

 

 

Il regolamento ha come finalità la valorizzazione del manufatto, del prodotto tipico piadina romagnola e una qualificazione del servizio alla clientela.

            Gli obbiettivi alla base della revisione del regolamento sono in primis la valorizzazione e tutela del prodotto simbolo della Romagna, sia valorizzando il manufatto a strisce come elemento distintivo di comunicazione dell’artigianalità e tipicità, sia attraverso un riferimento vincolante nel regolamento ad un disciplinare per la produzione volto a preservarne e valorizzarne la tipicità ed artigianalità del prodotto.

Infatti il manufatto che richiama la cabina balneare a strisce è unico nel panorama romagnolo e permetterebbe una comunicazione visiva anche in chiave turistica oltre che diventare il simbolo di dove si può degustare la vera piadina romagnola artigianale e non industriale. Con il medesimo fine verrà posto anche un limite per persone fisiche o società che potranno detenere al massimo un chiosco su suolo pubblico evitando così una potenziale industrializzazione del prodotto.

            Verranno riordinati anche gli arredi e le strutture accessorie come tende e sedute, puntando su criteri di uniformità stilistica e qualità evitando soluzioni precarie ed estemporanee. In linea con le evoluzioni normative volte alla liberalizzazione, verrà concessa la possibilità di consumare sul posto i prodotti, togliendo la possibilità ormai davvero fuori dal tempo di poter solo attendere il prodotto senza consumarlo presso i chioschi, ovviamente non si potrà fare somministrazione di bevande o alimenti ma solo vedere da asporto o per il consumo sul posto.

Saranno anche vietati arredi e distributori automatici all’esterno con insegne pubblicitarie che rendono i chioschi molto simili a catene di fast food piuttosto che luoghi di preparazione del prodotto simbolo della Romagna.

            Per permettere anche nei mesi freddi un consumo o attesa confortevole ed un servizio di qualità alla clientela, per i chioschi che sono aperti tutto l’anno con una data fissa di montaggio e rimozione, potranno installarsi dei pannelli o delle protezioni in vetro o plastica che garantiscano la massima trasparenza e qualità estetica a protezione dal freddo; mentre nei mesi estivi il chiosco dovrà restare sgombro da strutture.

Sempre per garantire un servizio di qualità nei mesi invernali per quei chioschi che si trovano in aree ampie potranno istallare una nuova tipologia di chiosco che prevede anche uno spazio accoglienza al chiuso protetto da vetri scorrevoli, ove si potranno collocare al massimo 6 tavoli e relative quattro sedute. La possibilità di installare la nuova tipologia di chiosco sarà possibile per meno di una decina di manufatti che si trovano in aree con limitrofi ampi spazi liberi ed ove le condizioni lo consentano.

 

Le novità in sintesi:

-          valorizzazione del manufatto a strisce come luogo dove si può consumare la vera piadina romagnola artigianale.

-          disciplinare vincolante per la produzione.

-          divieto per società o persone fisiche di detenere più chioschi su suolo pubblico e aumento del canone di circa il 25%.

-          riordino e definizione precisa della tipologia di tende installabili (tenda perimetrale larga come il portellone, tenda a rullo retraibile da sole di 2 o 3 m).

-          si potrà consumare sul posto la piadina, usufruendo al massimo di 6 tavoli o panchine senza scritte pubblicitarie e di colore bianco.

-          strutture di qualità per le protezioni invernali con una data fissa di montaggio e rimozione.

-          i chioschi con ampi spazi limitrofi potranno istallare nuova tipologia di manufatto con uno spazio accoglienza coperto.

 

Il commento dell’Assessore alle Attività Economiche Luca Coffari

 

 <<Questo regolamento rientra in un più ampio piano di azioni volte al sostegno delle attività economiche discusso e concertato con le associazioni di categoria ed in particolare il regolamento mira a sostenere le attività artigianali valorizzandone però la tipicità del prodotto simbolo della Romagna. A tal fine oltre che il disciplinare sulla produzione verrà siglato anche un protocollo d’intesa per far partecipare i piadinari con il loro prodotto alle iniziative promozionali della città, un po’ come fatto per l’Urban Center di Milano, in occasione del centenario che ha riscosso un grande successo; inoltre in collaborazione con le associazioni artigiane vorremmo anche costituire una “strada cervese dei chioschi della Piadina Romagnola” che abbia come simbolo appunto il manufatto a strisce.

Le modifiche apportate al regolamento vogliono dare regole chiare che poi verranno fatte rispettare scrupolosamente, in particolare non vogliamo snaturare il chiosco e la sua filosofia che lo vede come magiare fugace di strada, dunque abbiamo introdotto, recependo la possibilità di consumare sul posto, una limitazione a massimo 6 tavoli e rispettive 4 sedute per chiosco o in alternativa solamente le panchine, ondevitare che si trasformino in piccoli bar o ristorantini.

Inoltre abbiamo previsto in maniera rigida le tipologie di tende e strutture di protezione invernale con la volontà di eliminare le soluzioni precarie, in favore di soluzioni qualitativamente apprezzabili che non oscurino il chiosco.”

Per una equa ripartizione del carico fiscale abbiamo deciso di comune accordo con la categoria di prevedere un aumento del canone non ricognitorio nell’ordine del 25% >>.

 

 

La storia cervese dei piadinari

Gli albori, quando la piadina si preparava sulla piastra sotto un ombrellone, fino ad arrivare al primo modello di chiosco (1983) un’interpretazione tutta cervese unica in Romagna che si ispira alla tipica cabina balneare, per arrivare alle strutture più igieniche e funzionali di oggi.

Le prime autorizzazioni venivano concesse a famiglie bisognose oppure vedove di guerra. A differenza di comuni limitrofi sono attività artigianali e possono solo vendere piadina, crescioni o rotoli oltre che le bevande; attualmente sono 50 che danno lavoro ad altrettante famiglie.

 

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