Presentato in Teatro comunale il libro di Fabio Battistini “Verso il Sacro. Un itinerario al teatro”

 

 

 

E’ stato presentato in anteprima, oggi pomeriggio in Teatro comunale, il libro di Fabio Battistini “Verso il sacro. Un itinerario al  teatro”.

L’autore cervese ripercorre i suoi cinquant’anni di teatro, come autore, regista, scenografo, costumista, partiti proprio dal Teatro comunale di Cervia nel lontano 1961. Un percorso che l’ha portato a lavorare con Strehler, la Borboni, la Falk, Gassman e tanti altri illustri personaggi del teatro italiano e internazionale.

Fabio Battistini, che qualche anno fa ha pubblicato “La bella Cervia” il suo ricordo della città negli anni ’50 e ’60, ora con questo libro lascia un’altra testimonianza della sua vita, in cui traspare non solo l’amore per il teatro, ma anche per Cervia, la sua città natale, con cui ha mantenuto sempre un legame profondo.

 

Dal libro nascerà anche l’omonima mostra che sarà realizzata la prossima estate nel Magazzino del Sale, dove saranno esposte le foto più suggestive delle rappresentazioni teatrali e saranno proiettati alcuni filmati fra i più significativi della lunga carriera di Battistini.

 

Questa la sua testimonianza

 

<< Cinquant’anni di teatro dal 1961 ad oggi , partendo da quei “Giorni felici” di Claude Andrea Puget, proprio in questo teatro di Cervia, dov’ero entrato per la prima volta a otto anni come spettatore (ma già l’anno dopo debuttavo in una operetta allestita dai maestri della “Pascoli” -Il canto delle sirene” di Corona, con le scene e i costumi arrivati da Milano). E Milano, dopo gli anni dell’Accademia di Belle Arti di Roma, è diventata la città del mio lavoro fra scuola e teatro, il luogo delle prime affermazioni come scenografo e costumista; fatale l’incontro con Strehler già a Roma (dove aveva portato “I Giganti della montagna” con Valentina Cortese) che mi affidò il lavoro dei costumi in trasferta a Salisburgo per la nuova produzione del “Gioco dei potenti” dalla trilogia di “EnricoVI” al Festival in lingua tedesca.

Era il 1973, pochi anni dopo passavo alla regia al Teatrino della Villa Reale di Monza, firmando anche scene e costumi, sollecitato da Strehler che seguiva a distanza il mio lavoro con affetto paterno.

Cane sciolto, senza cedimenti e compromessi, ho seguito un percorso che ben presto mi ha aperto una strada personale e rigorosa che dall’amato Pirandello (intorno all’opera del quale ho continuato un lavoro di costante ricerca bibliografica e divulgativa, da quella lontana tesi all’Accademia nel 1965) è sfociato in itinerario verso il Sacro su testi eccelsi e con interpreti altrettanto grandi coi quali si è creata ben presto una fucina di lavoro particolarmente gratificante su testi di poesia, letteratura e teatro.

Il lavoro su Jacopone e le sue Laudi, già dal 1982, portato in tutto l’hinterland milanese, mi ha aperto nel 1992, ai Vesperali nella cattedrale di San Lorenzo a Lugano, la collaborazione con la RSI e il Ticino.

Una vita di teatro popolata da una grande famiglia, dalla Falk alla Borboni, dalla Torrieri a Gassman, Graziosi, Elena Zareschi, Anna Proclemer, Albertazzi, Lucilla Morlacchi, Franca Nuti, Dettori, Marisa Fabbri, Valentina Cortese, Andrea Jonasson, Giulia Lazzarini, Montale, Luzi, Testori, Patrizia Valduga e Alda Merini della quale ho rappresentato in prima assoluta “Magnificat” e “il “Poema della Croce”.

E mentre non fortuiti incontri arricchivano la mia vita, da Marta e Cele Abba a Sandro D’Amico, Andrea Pirandello, Mario Luzi, Giovanni Raboni, Roberto De Monticelli,Gastone Geron, Carlo Maria Pensa, Odoardo Bertani, Ugo Ronfani mi affidò per sette anni il timone di Hystrio, la rivista teatrale da lui diretta, con la quale a Montegrotto Terme varammo una Festa del Teatro che si fregiò di Andrea Jonasson e di Havel, Gassman e la Melato, Proietti e Orsini e un nutrito gruppo di giovani leve del palcoscenico provenienti dalle scuole italiane.

Ma il rimetter piede al Comunale di Cervia, anche solo per la presentazione del mio libro, è un po’ un ritorno a casa, un caldo abbraccio>>.

Fabio Battistini

 

 

Fabio Battistini (Cervia 1940), regista, scenografo e costumista.

Si diploma in scenografia all'Accademia di Belle Arti di Roma nel 1965 con una tesi sul teatro di Pirandello. Dopo una lunga esperienza al fianco di Strehler per il quale firma nel 1973 i costumi per Il gioco dei potenti al festival di Salisburgo (la trilogia dell' Enrico VI , in due giornate, con A. Jonasson e M. Heltau). Lavora con L'Informativa '65 ( Giulio II di Baijni, regia M. Binazzi) e La Contemporanea ( Aspettando Godot di Beckett, regia M.M. Giorgetti) a Milano e la Compagnia del Sangenesio, a Roma ( La nuova isola di A. Balducci, premio Riccione '73 e Loro di E. Manet, prima mondiale). Passa alla regia con L'innesto di Pirandello per la compagnia del Teatro Filodrammatici di Milano (1978). Intensa risulta poi l'attività di ricerca al Teatrino della Villa Reale di Monza su testi di Pirandello, Brecht, Lorca, Ghelderode, Ionesco, Machiavelli, Molière e Goldoni. Fra gli altri spettacoli si ricordano Tre civette sul comò (1982) di De Baggis con Paola Borboni, Atti del processo a suor Virginia Maria, monaca di Monza (1986), Donna de Paradiso di Jacopone da Todi (Lugano, 1991), Assassinio nella cattedrale di T.S. Eliot con F. Graziosi (Lugano, 1993), Dialoghi delle Carmelitane (1995) di G. Bernanos, Lugano, Vesperali '95 , con F. Nuti, Koeelet , I Lettera ai Corinzi (traduzione di G. Testori), Rebora eTuroldo (1996). Da alcuni anni porta avanti con rigore un'idea di teatro religioso rileggendo gli autori del Novecento. Nell'agosto del 1998 allestisce la prima assoluta di Pietra oscura , la prima opera teatrale di M. Luzi, scritta nel 1947. Dal 1988 mette inscena diversi spettacoli da Claudel a Cesbron all'Eremo di Santa Caterina del Sasso; inoltre è collaboratore della Radio Svizzera italiana per la quale ha curato numerosi drammi radiofonici.

 

 

 

 

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