ORDINE DEL GIORNO “ISTITUZIONE DEL REDDITO MINIMO GARANTITO”

 

APPROVATO CON IL VOTO FAVOREVOLE DEL  PARTITO DEMOCRATICO

FEDERAZIONE DELLA SINISTRA SINISTRA CERVESE - ITALIA DEI VALORI

IL VOTO CONTRARIO DI   POPOLO DELLA LIBERTA’ – PARTITO REPUBBLICANO ITALIANO

IL VOTO DI ASTENSIONE DEL CONSIGLIERE LORIS DE CESARI

 

NELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 29 NOVEMBRE  2012

 

 

Il  Consiglio Comunale di Cervia

 

Preso atto

della risoluzione del Parlamento Europeo del 20 ottobre 2010 sul ruolo del reddito minimo nella lotta contro la povertà e la promozione di una società inclusiva in Europa;

 

Considerato

  1. che ,nell’Unione Europea, solo Italia , Grecia  e Ungheria non hanno introdotto tale forma di sostegno alle persone in stato di necessità
  2. che la povertà e l’esclusione sociale costituiscono violazioni della dignità umana e dei diritti umani fondamentali e che l’obiettivo dei regimi di sostegno al reddito deve essere quello di far uscire le persone dalla povertà e di consentire loro di vivere in modo dignitoso;
  3. che l’aumento delle diseguaglianze, la precarizzazione dei rapporti di lavoro, la crisi economica che produce crescita della disoccupazione, specialmente giovanile, sta estendendo il rischio di povertà, che riguarda oggi anche i lavoratori, a fasce sempre più ampie di popolazione e soprattutto sta privando un’intera generazione di giovani di autonomia e speranza di futuro.
  4. che la garanzia di un reddito minimo diviene questione centrale per l’architettura di un welfare capace di affrontare i cambiamenti sociali del nostro tempo .e per  creare le condizioni perché l’accesso al mondo del lavoro sia libero e privo di ricatti;

 

  1. che lo  Stato Sociale Italiano, nell’insieme, è costituito da una serie di misure frammentate, spesso incoerenti tra loro, che lo rendono inadeguato ad affrontare le emergenze principali costituite dalle diseguaglianze, dall’esclusione sociale dei giovani,dall’invecchiamento della popolazione;

 

  1. che in Italia non esiste alcuna politica che permetta ai giovani che concludono il loro corso di studi di rendersi autonomi dalla famiglia di provenienza e di affrontare liberamente la ricerca di un’occupazione che sia fonte di un reddito dignitoso ed espressione delle proprie attitudini e competenze. Si tratta di una grande questione nazionale perché si perde in questo modo tutto l’apporto che la creatività e l’intraprendenza giovanile portano allo sviluppo civile di un Paese e si condanna un’intera generazione alla perdita di indipendenza e all’esclusione dai processi sociali.

 

  1. che il nostro sistema di ammortizzatori sociali esclude il 50% dei disoccupati, che non hanno alcuna copertura economica, a fronte di una media Europea di esclusi del 20, 30% che questa situazione fa sì che l’Italia sia ai primi posti in Europa per rischio di povertà. Che sono privi di ogni forma di sostegno al reddito i lavoratori parasubordinati,quelli occasionali,i giovani in cerca di lavoro, i disoccupati di lunga durata,che il sistema di finanziamento su base contributiva, se si esclude la cassa integrazione in deroga che è finanziata da risorse pubbliche, è estremamente disomogeneo perché esistono 24 modelli diversi di contribuzione a seconda delle categorie di riferimento

 

  1. che il sistema previdenziale contributivo che entrerà a breve a pieno regime, non prevede più la pensione minima da garantire con l’integrazione di risorse derivate dalla fiscalità generale. Con il rischio assai concreto soprattutto per le giovani generazioni e le donne che fanno lavori precari e discontinui, di avere una pensione al di sotto del reddito minimo vitale;

 

  1. che nel 1998 il governo Prodi sperimentò il “reddito minimo di inserimento” che scomparve dalle priorità dei governi successivi;

 

 

Ritenuto

che il reddito minimo garantito sia  lo strumento universale, finanziato con la fiscalità generale, per promuovere una società inclusiva e agire positivamente sulla qualità del mercato del lavoro, privilegiando la condizione giovanile e che occorre definire orientamenti nelle politiche nazionali  e locali per garantire un reddito minimo che permetta di evitare la povertà e che offra a tutti la possibilità di partecipare alla vita sociale,culturale e politica come pure di vivere dignitosamente;

 

che il reddito minimo garantito non sia assolutamente da considerare uno strumento assistenziale, perché esso decadrebbe non solo nel caso in cui il soggetto trovi un lavoro, ma anche nel caso in cui lo rifiuti quando offerto da un centro per l’impiego;

Chiede

al Parlamento  di procedere in tempi rapidi all’approvazione di una legge per il reddito minimo garantito quale strumento per contrastare il rischio di marginalità, garantire la dignità della persona e favorire la cittadinanza attraverso un sostegno economico, contrastare la precarietà in particolare nelle giovani generazioni e che deleghi il Governo a definire una riforma degli ammortizzatori sociali in modo da introdurre un sussidio unico di disoccupazione esteso a tutte le categorie di lavoratori a prescindere dall’anzianità contributiva o dalla tipologia contrattuale, a riordinare le spese delle prestazioni assistenziali in modo da renderle coerenti con l’istituzione del reddito minimo garantito, ad implementare contemporaneamente  politiche attive del lavoro per evitare che il reddito minimo diventi un modo per pagare qualcuno per restare fuori dal tessuto produttivo, ma sia una efficace modalità per gestire situazioni di emergenza;

 

Dà mandato

al Presidente del Consiglio Comunale di trasmettere il presente ordine del giorno ai Presidenti di Camera e Senato,ai Capigruppo dei gruppi parlamentari presenti alla Camera dei Deputati  e al Senato  e al Presidente del Consiglio dei Ministri

 

 

Il Consiglio comunale di Cervia

 

Cervia, 29 novembre  2012

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