Mostra Werther Morigi 2008

Ministero per i Beni e le Attività Culturali- Comune di Cervia: Assessorato Cultura e Turismo.
Bottega d'Arte
Viale Romagna, 63 MILANO MARITTIMA

MOSTRA ANTOLOGICA RETROSPETTIVA
WERTHER MORIGI "Nel Fiore il Mio Io"
dal 5 Luglio al 28 Settembre 2008
Orari visite: 17,30 - 19,30 e 21 - 24
Info e visite guidate tel. 329.9264309 - 329.0677970

Dopo struggenti olii su tavola, sublimati dalle stagioni giovanili, il pittore appronta canovacci di tela, che feconda con tinte naturali, che diverranno eterno soggetto della rappresentazione e del gesto cromatico. L'arte di produrre colore vegetale nasce da antichi riti che il tintore Morigi rispettava, consapevole del perfetto connubio fra l'estasi creativa all'occhio sensibile e la tecnica arcaica di generare pigmenti. L'atto iniziale è la ricerca e scelta della materia prima per antonomasia: i fiori; quelle "pacate gentilezze" che regalano estetica e fragranza, fondamenta dalle quali l'impianto cromatico trae le mille tonalità che la luce distilla nei colori dell'anima di Werther Morigi. Il mago alchimista ottiene rarefazioni irripetibili aggiungendo alla ricetta quel tocco o ingrediente, a volte empirico, che rende sublime e deduttiva la propria tavolozza. Per il Maestro, scoprire un colore rappresenta l'enfasi artistica più soddisfacente, per rendere realistico il gesto pittorico, legato alla vista e al cuore. Testimoniare nel dipinto tutto il lavoro svolto per catturare le tonalità, a caccia fra i profumi dei fiori, gli odori dei prati, le geometrie dei giardini e rendere indelebile e unica quella percezione sensoriale ed evocativa che consegna alla storia la visione. Ogni colore di Werther è tutto suo, un gusto soggettivo e del tutto unico in ogni opera, un'emozione che trasmette lo stato d'animo biografico o quotidiano, una sorta di canone inverso con l'osservatore, in perfetta "nuance" con lo stupore estetico. Un prezioso messaggio d'amore e di riconoscimento, in chiave antropologica del pittore che s'ispira ad Altamira e Lescaux, suggello della materia che assume profonde connotazioni per "rimanere" oltre la percezione sensoriale. Ogni tono di Morigi rappresenta la seduzione descrittiva a connubio tra il suo gesto e madre natura, cromìe lustrate sulla tela coi pennelli intrisi nel succo di petali e foglie, nel soffio dell'esistenza breve, da eternare unendo l'anima all'intenzione. Toni e odori bramano donarsi per sempre, lasciare emozioni oltre l'iride, incarnare la verità della più soave teoria estetica assorta a poesia pura. La sincerità delle afabulazioni di steli, fiori, corolle, diviene fanciullesca, incanto e candore nei frutteti di una, cento primavere che dettano al cuore mille toni malinconici, ìlari, meditativi, entusiasti. Werther Morigi ne è il poeta e dedica al fiore del suo Io, il sogno frantumato di carezze, la splendente tarsìa policroma, o piuttosto il caleidoscopio della lirica magia che consente l'apparizione dell'essere, l'eternità dell'effimero, il profumato equilibrio dei sensi. Un'esplosiva miscela fiorente e surreale, locuzione cromatica ricca di simboli e riferimenti esistenziali del Maestro, che la trasmette con la propria tavolozza olfattiva. La bellezza, anche di un solo giorno, è silente confidenza alla luce e dissolvenza dell'avventura mistica del fiore, della vicenda del bello che si palesa con leggerezza, a illuminare perpetue quotidianità, stanze malinconiche, gesti affettivi.Un pennello sestante, che ci orienta verso orizzonti di purezza, la stessa che trasforma Morigi in fiore; annullandosi nell'esistenza universale, obliato nel colore di un bocciolo, stupito dall'immensità di un pistillo, che genera la sua anima dall'ovario dei colori; nella ragione dello stilo e l'impulso dello stigma. Il pittore osa l'infinito e si fa artefice d'eterno con stupefacente maestrìa, governa la tecnica "ad affresco" con l'encausto dei colori preparati uno ad uno, a custodire mille storie di gesto e materia, di preziose semplicità. È la vita del pigmento, scaturita dal territorio della creazione, dal pianeta dei toni, dalla rivelazione della percezione, dall'empiricità del gesto. Un'allusiva simbologia si avverte, quando ogni materia va a colorare se stessa assecondando la rappresentazione, Morigi ne rivela la suadente descrizione in ogni ricetta, annotando l'intrigo cromatico delle mescolanze più inusitate, le stupefacenti alchimìe. Una sorta di d.n.a.d'ogni tono che ne sottolinea l'immutabile definizione nella quale l'arcobaleno allusivo si fonde in poesia e conferisce emozione alla coloristica. Poetica esistenziale che fa emerge il mondo interiore e il bagaglio di ricordi e sogni dai substrati della tela, sottolineati da rimandi didascalici e titolazioni liriche. Il fiore si libra e si spande dall'iride del pittore al perimetro affrescato; reale ed onirico si fondono nell'immagine, che non è specchio di mera descrizione, ma evocazione cromati- ca. I rosa, i lillà, i ciclamini, incessantemente decomposti e ricreati nella tavolozza dell'artefice tintore, entusiasta di reinventare il colore dei colori, che amava definire "il sorriso di Dio". Dopo aver meritato la licenza dall'olimpo del cromo, il Maestro non usa più mezzi di mesticheria, e al tempo diviene esclusivista unico della tavolozza vegetale. La marea floreale, che fa elemento alle sue formule, domina l'orizzonte di tutta la biografia artistica di Werther Morigi, per mezzo secolo, non solo rappresenta il soggetto preferito dei suoi quadri, tanto da definire importanti cicli tematici, ma la materia centrale della sua ricerca, la linfa nutritiva, la verità anelata per tutta la vita, al punto da ottenere il bianco dalla mescolanza di novantanove sostanze irridate. Se è arrivato a soddisfare la propria sete cromatica, nessuno può saperlo, certo è, che, ammirando i suoi encausti, si coglie immediatamente l'incredibile percorso nei prati, giardini e campi a caccia della tinta dei fiori, grazie alla natura che gli è sempre complice e lirica ispiratrice. Il fiore, che si offre agli occhi, ai sensi, al tatto; colto nei diversi luoghi e stagioni, diviene monumento alla creazione, fondamenta pregiate della tela ed al contempo sublime natura, fino a culminare nell'ultimo ciclo del Maestro: l'astrazione cromoluminosa, che lo libra alla meta finale. Immagini sublimi in cui il colore è conferito per riflesso, rispecchiando l'ascesa , oltre le nuvole, sublimata dai violini dei venti di trecento stagioni.
CamilloSavasta






















Ministero per i Beni e le Attività Culturali- Comune di Cervia: Assessorato Cultura e Turismo.
Bottega d'Arte
Viale Romagna, 63 MILANO MARITTIMA

MOSTRA ANTOLOGICA RETROSPETTIVA
WERTHER MORIGI . "Nel Fiore il Mio Io"
dal 5 Luglio al 28 Settembre 2008
Orari visite:17,30-19,30 e 21 - 24
Info e visite guidate tel. 329.9264309 - 329.0677970

Ad entrare in scena con " Nel Fiore il mio Io " è un esteta cromatico. Si chiama Werther Morigi e tocca a lui, anche quest'anno spalancare il proscenio della Bottega d'Arte di Milano Marittima in viale Romagna, 63 fiorirà spontanea o coltivata, in certo modo fra campi, giardini e vasi silenti, contraddicendo la freddezza dei tempi e la grama economia della cultura. Morigi merita molta considerazione, come da tempo viene suggerendo l'archivio storico di tutto il suo lavoro che ha la sede nazionale proprio nella città. Egli è l'artista che per decenni ha avuto il merito d'interpretare il colore puro per antonomasia, nel grande secolo della pittura artificiale e sintetica, l'innovatore del pigmento naturale ed eterno. L'immenso frescante di teleri che assorbono le brevi, ma intense traiettorie di dolcezza ed iridescenza che ogni fiore lascia nei nostri occhi e sensi. Petali, corolle di astratta e tuttavia fedelissima fragranza che Werther Morigi rende in immagini tanto emotive e brillanti, le più attuali che si possano evocare. La preparazione del colore, quasi sempre con gli stessi fiori, mostra aspetti di fervido artigianato tintore ed empirico ricettario alchimista, tanto che nessun pittore è mai riuscito neppure ad avvicinare la stupenda fantasia creativa del maestro romagnolo. Morigi scavalcava Altamira e giungeva quasi al nuovo millennio rivelando sulla stoffa il fondamento del gesto cromatico all'unisono di quello pittorico, aveva raggiunto l'eternità della visione della natura, con la natura. In questa tecnica apre un'evoluzione storica, arcaica e moderna, attraverso l'embrione di una preistorica rivoluzione,di intramontabile novità. I fiori dell'Io morigiano, di accarezzata bellezza, si rivelano nel suo pennello un poco più sognato e poetico, quasi per la sopravvivenza di una spontaneità voluta dagli dei. Nella grazia di un cromatismo raffinatissimo s'avverte l'espressività lirica che emerge tra stati d'animo e sequenze esistenziali; la dolcezza di un anniversario, il languore di un addio, lo stupore di una passeggiata. Ne deriva una straordinaria ed inedita esposizione antologica , nella quale non è più l'artista a dettare la sua vita colorata, quanto piuttosto il magico creatore di toni con le mani macchiate di lillà ed iperico, immerso in quel suo ricettario colmo d'annotazioni assennate, come anche preziose invenzioni, spesso avventurose, come quella che consiglia di eliminare la fastidiosa schiuma dell'albume dell'uovo mescolando al tutto un pò di cerume. L'equipe scientifica dell'Archivio che sta lavorando intensamente attorno all'attività del Maestro ha il merito, di aver scoperto nuovi appunti della sua avventura cromatica, bella come ogni stagione dei fiori, i cui nomi bellissimi e misteriosi, contribuiscono ad illustrare un così particolare artista che oggi è effetto di un percorso filologico, di un progresso di conoscenza che, sia pur lentamente, fuori del circuito commerciale, inizia a dar fama ad un'illuminazione storica e stilistica capace di procedere oltre il traguardo fissato dalla critica di tutti i tempi: Arte per il piacere degli occhi.





IL " MUSEO EMOZIONI " A MILANO MARITTIMA
Il "Museo Emozioni" espone stati d'animo cromatici, nel cuore di Milano Marittima, a pochi passi
dalla rotonda Primo Maggio, s'aprono al visitatore locale e cosmopolita,dal 1952, le sale espositive della Bottega d'Arte. Una sorta di isola culturale superstite a mode e consumismi, che organizza ogni stagione estiva anteprime e seguiti di storiche antologie tematiche, dislocandole dai centri dell'arte deputati. L'organico della galleria consente la fruizione più consona attraverso spiegazioni specializzate, guida specifica, stampati a disposizione gratuita, bookshop, cd, dvd, audiovademecum. Catalogo edito dalla BdA, viale Leopardi,7 Cervia(Ra). Ufficio Stampa Rosa Vanicelli tel. 329.0677970. Prenotazioni, appuntanti per visite guidate tel,329.9264309. Informazioni IAT tel.0544.993435 Sito Internet: w.w.w. logicamente.it/werthermorigi.




L'Archivio Nazionale Corpus Opera Omnia del Maestro.
Istituito dallo stesso Pittore e da sempre a disposizione del pubblico, l'istituzione documenta tutte la sue opere e ne cura la catalogazione ufficiale. Diretto per cinque lustri dal prof. Ariosto Gheller, affiancato da Camillo Savasta, Walter Snyder e dal figlio del Maestro, è patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Sede a Forlì nello studio storico di via Miller, 30, a Milano Marittima (Ra), Parigi e Milano, raccoglie tutti i lavori dell'Artista in sincrono alla biografia, correlata dalle mostre, personaggi, avvenimenti e pubblicazioni. L'Archivio esegue la schedatura critico, storica, analitica di ogni opera; analizzando i propri dati, ne fornisce la carta d'identità ufficiale. Peculiare garanzia di autenticità, possesso, legalità, è il punto di riferimento per collezionisti ed appassionati, offre la consultazione dei tomi programmati del Catalogo Generale dell'Opera Omnia di Werther Morigi. Indispensabile nella repressione di falsi, riproduzioni e copyright, l'Archivio collabora con Polizia, Carabinieri per la tutela del patrimonio artistico, tribunali, studi notarili, Siae (Sez. Opere Letterarie e Arti Figurative), gallerie, collezionisti pubblici e privati.

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