Dati turistici del mese di agosto

Elaborati dall’assessorato al Turismo sulle dichiarazioni Istat degli operatori

 

 

Arrivi                          156.648         - 3,15%

Presenze               1.174.542          - 1,04%

 

Presenze alberghiere                      - 2,08%

Presenze extra-alberghiere            +2,11%

 

Presenze italiani                              - 1,49%

Presenze stranieri                           +2,82%

 

 

Permanenza media agosto            7,5 giorni (agosto precedente 7,3)

 

 

Presenze / tipologia ricettiva

                                                           in crescita: 4 e 5 stelle, case per ferie, b&b

                                                           in calo: 1-2-3 stelle, rta, campeggi, affittacamere

 

Presenze / dalle regioni italiane

in crescita: Piemonte, Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Lazio

in calo: Lombardia, Emilia R., Friuli, Trentino A.A., Abruzzo, Puglia, Sicilia.

 

Presenze / dall’estero

in crescita: Russia, Francia, Danimarca, Irlanda, UK; Polonia, Cekia.

in calo: Germania, Svizzera, Austria, Olanda, Svezia, Belgio.

 

Giorno con più presenze:                18 agosto (lo scorso anno fu il 15 agosto)

 

Miglior periodo del mese:               dal 14 al 21 agosto

 

 

 

AGOSTO IN LIEVE FLESSIONE

CALANO GLI ITALIANI, CRESCONO GLI STRANIERI E L’EXTRAALBERGHIERO

 

La crisi economica nazionale ha bussato potente alla porta del nostro tessuto turistico ma il mese centrale dell’estate è riuscito a ridurre al minimo le perdite, visto che si tratta numericamente del secondo miglior risultato degli ultimi dieci anni. Questo ci ha consentito di evitare crolli annunciati o discussioni inutili sul “modello” ma non ci esime, anzi ci impone,  l’urgenza delle scelte.

 

I dati di agosto non cambiano il quadro che si era già delineato in luglio – con le considerazioni che facemmo in quell’occasione – possiamo certo  parlare di un anno difficile con luci e ombre. Un anno in cui le persone sono comunque venute ai livelli abituali nella nostra città, attratte da un territorio da eventi e da servizi che sono concorrenziali in Europa,  scegliendo però di spendere meno e con maggiore attenzione.

 

La crescita degli stranieri ha consentito in controtendenza un aumento della permanenza media ma pare più un dato congiunturale che una tendenza effettiva e duratura; allo stesso modo il boom dell’extra-alberghiero e degli alberghi superstellati può nascondere anche fenomeni, limitati a pochi casi ma esistenti, di dumping che hanno schiacciato e messo in difficoltà il corpo fondamentale della nostra offerta alberghiera situata oggi ad un livello medio o medio-alto.

 

Per una valutazione complessiva occorrerà aspettare almeno i dati di settembre ma quello che è accaduto fino ad oggi ci dice chiaramente che bisogna anticipare e velocizzare le scelte fatte nella direzione della ricerca della qualità e dell’unicità dell’offerta turistica cervese (collegate all’allargamento della stagionalità, al rinnovamento delle strutture e dell’offerta), in un quadro complessivo di ragionamento che deve partire dal più ampio distretto romagnolo in grado di comprendere la città litoranea, le città d’arte, la collina e l’entroterra.

 

Nevio Salimbeni

 

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