Cristiano Cavina, l'autore partito "Alla grande"

Si parte "alla grande" con Cavina (il narratore di Casola Valsenio) il ciclo dedicato a Guareschi. Nel piazzale dei Salinari parlerà anche del "dio calcio"

Si considera un narratore ma non uno scrittore, gli piace vivere nella sua Casola Valsenio, dove continua a fare il pizzaiolo, abita nelle case popolari e non abbocca alle sirene delle grandi casi editrici. E' Cristiano Cavina, l'autore partito "Alla grande" che domenica 15 luglio alle 21 inaugurerà nel piazzale dei Salinari, il ciclo promosso dall'Assessorato alla Cultura insieme a "La spiaggia ama il libro", su le "Contaminazioni di Giovannino Guareschi".
Il suo sarà un divertente confronto con il pubblico, durante il quale racconterà storie e aneddoti con la consueta autoironia, che lo rende un personaggio genuino e senza fronzoli. Come del resto è la "sua" gente, dalla quale ha imparato tutto ciò che racconta. E anche se ci aveva provato, a definire "Nel paese di Tolintesac" un'opera di fantasia, in "Un'ultima stagione da esordienti" ammette: "I riferimenti a fatti, luoghi o persone, potrebbero essere riferimenti a fatti, luoghi o persone". Di certo, i vecchi di Purocielo (alias Casola Valsenio) non muoiono: "i s'aveja". "Si avviano - ripete Cavina - ne ho visti un sacco. E li ho sempre immaginati vestiti da antichi aviatori alla Francesco Baracca, che mettono in moto il biplano con un energico spintone alle pale dell'elica".
Il "narratore" parlerà infine dell'ultimo libro sulle gesta calcistiche della formazione casolana, nel quale dopo tanti calci (e non solo al pallone) non vede l'ora di diventare vecchio, per raccontare a un bambino solitario "quel fantastico campionato". Dove dominano "il dio calcio e la magia che dispensa in campi polverosi negli angoli dimenticati della terra, in un'ultima stagione da esordienti".
L'incontro con Cavina verrà introdotto dallo storico Renato Lombardi, che affronterà il rapporto con Cervia di Guareschi. Nel 1968 infatti l'autore di "Don Camillo" moriva in questa città, dopo una carriera di giornalista e scrittore molto intensa, oltre che movimentata. Era il 22 luglio, la Città del sale piangeva un personaggio al quale si era affezionata. Da anni "Giovannino" vi trascorreva l'estate, e proprio nel "Paese del vento" aveva trovato l'ispirazione per scrivere il libro pubblicitario: "La calda estate del pestifero". Sulla soglia dei 40 anni da quel "congedo", la città lo ricorda con alcune contaminazioni letterarie che inseguono i suoi tanti modi di fare scrittura: umoristica, tagliente, favolistica, autobiografica e irresistibilmente legata alla cronaca.


L'Ufficio stampa


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