Brindisi 08 luglio 2006 -L'equipaggio di Cervia al Girovela.

Brindisi 8 luglio 2006.
Dall' equipaggio di Cervia al Girovela.
Antonio Antonelli, Zelda Varagliotti, Renza Calabrese, Matteo Scandola, Daniele Giulietti, Nicola Ventura, Daniele Rebecchi.

Abbiamo lasciato Messina il 2 luglio per la lunga tappa fino a Crotone. La partenza viene data con un cielo molto capriccioso e una previsione meteo che annuncia burrasca sullo Ionio. Siamo indecisi se partire o meno, poi decidiamo di studiare tutte le possibili vie di fuga in caso di burrasca e ci presentiamo sulla linea di partenza. Lo Stretto di Messina è uno spettacolo indimenticabile e, nonostante le apprensioni per la navigazione, un pensiero va allo sventato pericolo di un ponte che deturpi lo spettacolo di Scilla e Cariddi. Lo Stretto di Messina in regata è un rebus per tutti gli equipaggi, le variabili da prendere in considerazione sono tantissime; in primo luogo la corrente che, al momento della partenza, è favorevole e spinge verso il sud. Riusciamo a trovare il "fiume" giusto e navighiamo fra i primi, incrociando bordi di gennaker a fianco di Roma , Castelsanpietro e Fiamme Gialle. Riusciamo ad interpretare bene anche il bordeggio lungo la costa calabrese, in direzione di Capo Spartivento, stringendo sotto costa con bordi tirati all' estremo studiando le secche e virando a pochi metri dalla costa. Al cancello di metà percorso, dopo circa 50 miglia tagliamo in quinta posizione, dopo un arrivo in volata con Genova timonata da Roberto Beneamati . All' arrivo a Crotone, dopo avere preso la termica da 30 nodi del Golfo di Squillace ( quello che al marinaio non da pace), la flotta giunge fuori tempo massimo. Per la tappa vale la classifica di Capo Spartivento, così, esausti, festeggiamo il nostro miglior piazzamento, ottenuto grazie ad una concentrazione che in genere non riusciamo a mantenere per più di 30 minuti.
Crotone di accoglie con la civiltà di un sud mai valorizzato, famiglie e ragazzi che chiacchierano serenamente la sera nella piazzetta dell' angiporto, intitolata al compianto cantautore Rino Gaetano.
Il giorno dopo parte la trasferta albanese, una tappa di 125 miglia ci porterà nella baia di Valona. Si parte con uno bora sostenuta e la notte navighiamo fra temporali che passano, indecisi se evitarli o infilarcisi dentro per avere un abbuono di velocità. A Santa Maria di Leuca un errore di navigazione imperdonabile ci regala l' ultima posizione, da cui riusciamo ad emendarci grazie alla scelta azzardata di gettarci subito verso la costa albanese. Giungiamo dopo 36 ore di navigazione. Il Marina di Orikum è mediterrano dichiarato; silenzio, echi di feste lontane, viti, alberi di fico e belare di capre. Dopo la regata nella baia di Valona, restano poche ore per cenare in un ristorante con una incantevole visione sulla baia e assistere ad uno spettacolo di balli popolari albanesi. Strana e suggestiva diversione questa del Giro in Albania, che ci ricorda ancora una volta come il mare avvicini i popoli e addolcisca le asperità dei confini (quanti reietti sono fuggiti eludendo le vaghe frontiere di mare..).
Lasciamo L'Albania con il rimpianto di non potere rimanere un po' di più , ma il Giro è una competizione, non una gita, per cui stiamo al gioco di un ritorno a Brindisi che affrontiamo ancora una volta osservando, non senza premura, un cielo ammaccato di nuvole temporalesche. Siamo a Brindisi, finalmente in Adriatico , la barca di Cervia respira aria di casa.

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