Avviata la Conferenza di Pianificazione del Piano Strutturale Comunale.

Questa sera il Documento preliminare illustrato al Consiglio Comunale

 

 

Il nuovo Piano urbanistico che dovrà governare l’evoluzione di Cervia nei prossimi 15 anni non può che basare la propria strategia sulla conferma della buona qualità della vita dei cittadini e sul rilancio aggiornato di quelle caratteristiche originarie che hanno sancito il successo di questa località nel mercato turistico: la qualità ambientale di “Cervia verde”, l’intreccio e sinergia fra risorse ambientali e patrimonio storico, la qualità peculiare del proprio apparato ricettivo rispetto al resto della costa romagnola.

Rilanciare un elevato livello di qualità ambientale vuol dire portare al centro delle politiche urbanistiche l’ammodernamento del patrimonio edilizio già costruito, il completamento e riordino delle aree già urbanizzate o semiurbanizzate, il ridisegno delle potenzialità insediative che erano già previste nel PRG vigente e che non sono ancora state attuate, piuttosto che disegnare ulteriori espansioni.

La stessa crisi economica che il nostro Paese sta attraversando indirizza a un uso cauto e sobrio delle risorse, a ricercare le condizioni di rilancio dentro a precise condizioni di sostenibilità economica, sociale, ambientale e territoriale.

L’economia turistica costiera resta naturalmente il perno dell’economia locale, anche se sempre più intrecciata con gli altri settori economici e le altre risorse del territorio, compreso l’entroterra rurale. L’intero retroterra comunale va offerto come risorsa per l’agriturismo, l’escursionismo e il tempo libero, e in particolare tutta l’area intorno alle Saline e fra queste e il corso del Savio, dove si intende allargare il Parco del Delta. La valorizzazione dell’entroterra si completa con la qualificazione dei centri frazionali maggiori, consolidandone la dotazione di servizi pubblici e privati per i residenti e le attività economiche di supporto: in particolare Castiglione, Savio e l’insieme ‘Villa Inferno-Montaletto’, da considerare come due nuclei integrati dal punto di vista dei servizi.

L’apparato ricettivo si è ammodernato negli ultimi anni, alcune esperienze di ristrutturazione sostanziale e accorpamento di più strutture alberghiere realizzatesi a Cervia sono considerate esempi a cui si guarda con grande interesse nelle altre località costiere romagnole. Ma oggi la competitività con i mercati turistici emergenti richiede un nuovo salto di qualità nell’offerta di servizi, sia all’interno delle strutture alberghiere che al loro esterno nella città.

La politica di riqualificazione del patrimonio alberghiero già avviata sarà proseguita puntando ad incentivare soprattutto le operazioni più sostanziali di demolizione/ricostruzione e accorpamento,   sfruttando i meccanismi di perequazione e di trasferimento di volumi che possono coinvolgere anche complessi non contermini; ma si punta anche alla realizzazione di nuove moderne strutture alberghiere, sia dalla riqualificazione delle ex-colonie, che nelle aree urbanizzabili di Pinarella e Tagliata, oltre che nell’entroterra, risorsa per l’agriturismo.

Per Cervia Centro, il nuovo Piano pone ancora una volta al centro del progetto le risorse che si collocano lungo l’asse, non solo ideale ma fisico, che collega le saline al mare: asse che dalla prima sede della città nelle saline corre lungo il canale della Bova, raggiunge il quadrilatero e i magazzini del sale e prosegue col Porto-Canale fino alla nuova darsena e al mare. Lungo questo asse si è evoluta l’economia della città, dalla produzione del sale, al turismo balneare, alla produzione di cultura di Cervia-Ambiente. Perché sia ancora domani al centro dell’identità e dell’economia cervese occorre completare il recupero del quadrilatero con le Case dei Salinari, qualificare maggiormente tutta la fascia intorno al Porto-canale per le attività commerciali e i pubblici esercizi, riprogettare Piazza Andrea Costa e il suo mercato trasferendo il parcheggio in sotterraneo, estendere la risistemazione degli spazi pubblici fino al mare, ove si potrà puntare alla trasformazione pedonale di tratti del lungomare, a partire dal Lungomare Grazia Deledda.

Per Milano Marittima il tema centrale è ammodernare l’apparato alberghiero senza consentire che si intacchino le risorse ambientali, e nel contempo arricchire e diversificare l’offerta di servizi al turismo più a monte della fascia litoranea, dalle Terme alla Bassona, sfruttando le potenzialità della nuova fermata ferroviaria di Milano Marittima, presso la quale si propone che sorga, fra l’altro, l’arena per gli spettacoli all’aperto.

Ma è nella zona di Pinarella-Tagliata, ossia quella meno strutturata, sia da un punto di vista funzionale che formale, e meno dotata di servizi, che il Documento Preliminare del Piano prospetta le più consistenti e importanti ridefinizioni dell’assetto urbano rispetto a quanto previsto finora dal PRG. E’ la zona che è cresciuta in passato nel modo meno ordinato, con una limitata dotazione di servizi, in parte compromettendo il disegno originario. Ora si tratta di recuperare anche qui una precisa qualità urbana, facendo in modo che dall’edificazione negli interstizi che residuano fra la ferrovia e la costa si ricavino ampi corridoi verdi che colleghino la pineta all’entroterra, e si realizzi un ‘centro’, un punto focale di servizi pubblici e privati ed attività commerciali a Tagliata.

Per le attività produttive artigianali il Piano provinciale non prevede sviluppi importanti a Cervia: il PSC confermerà il completamento dell’area artigianale di Montaletto nelle forme già previste, e prevederà piccole aree per attività artigianali locali a Savio e a Castiglione, mentre per l’area produttiva del capoluogo in Via Malva Sud si prospetta una progressiva evoluzione verso attività prevalentemente commerciali e terziarie di servizio.

Per quel che riguarda il territorio agricolo, l’obiettivo è di conciliare le esigenze di ammodernamento e sviluppo delle aziende agricole con la tutela delle caratteristiche paesaggistiche e l’incremento della biodiversità. In un territorio che vanta singole aree di alta valenza ecologica quali le Saline e le pinete, ma per il resto alquanto povero dal punto di vista floro-faunistico, il Piano individua nel corso del Savio, nella rete dei canali minori e negli altri specchi d’acqua minori le risorse sulle quali operare con progetti di rinaturazione e rimboschimento per rafforzarne il ruolo di corridoi ecologici. Nuove costruzioni o l’ampliamento di quelle esistenti potranno essere ammessi esclusivamente per esigenze documentate delle aziende agricole; mentre nel recupero del patrimonio edilizio tradizionale potranno trovare spazio nuove attività di agriturismo e di turismo rurale.

            Il nuovo PSC prospetta un dimensionamento dell’offerta abitativa in base alla crescita demografica. Rispetto all’attuale, il nuovo dimensionamento prevede un incremento di appena 500 alloggi. Questi alloggi si aggiungono ai 4000 non ancora attuati e previsti dal PRG. Tali 4500 alloggi saranno attuati nei prossimi 15 anni attraverso i Piani operativi Comunali (POC, 1 ogni 5 anni) che dovranno stabilire quali e quante aree da mettere in gioco, bloccando così il consumo di suolo a quanto era già stato programmato oltre 10 anni fa.

            Il nuovo Piano sarà “strutturale” secondo la definizione della legislazione regionale, che significa che individua le strategie e le azioni da attivare, individua potenzialità insediative e percorsi di riqualificazione del costruito, ma contrariamente al precedente PRG non attribuisce a nessuna area dei diritti di edificazione, fino a che non se ne definiscano precise condizioni di attuazione attraverso il Piano Operativo: questa nuova modalità di governo del territorio consentirà all’Amministrazione Comunale maggiori margini nel valutare ciascuna proposta di nuova edificazione o trasformazione, garantendo che risponda a più elevati requisiti di qualità ambientale e urbana, di qualità architettonica e, non da ultimo, anche di qualità sociale, poiché, come ora prescrive la legislazione regionale, in ogni nuovo insediamento abitativo il 20% dovrà essere rappresentato da alloggi con finalità sociali per rispondere al fabbisogno abitativo delle famiglie meno abbienti.

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