Arredi Casa delle Aie: il Comune ricorre contro la sentenza del giudice Santi

 

 

 

In merito alla sentenza del giudice Cesare Santi, che ha respinto “il ricorso per sequestro giudiziario proposto dal Comune di Cervia nei confronti dell’Associazione culturale “Amici dell’Arte Aldo Ascione” dei beni contenuti nella Casa delle Aie fino al 31 gennaio 2009, l’Amministrazione comunale di Cervia ha deciso di presentare reclamo alla decisione del giudice.

Pertanto è stato dato mandato all’avvocato Dante Marangoni di presentare il reclamo entro il 19 marzo. Le motivazioni alla base di questa decisione - e che avevano indotto l’Amministrazione comunale a presentare la richiesta di sequestro – riguardano soprattutto la volontà di conoscere dove si trovano i beni una volta alla Casa delle Aie e soprattutto in quale condizione di conservazione e tutela si trovino.

L’Amministrazione comunale ritiene doverosa tale azione anche per rispondere alle numerose aspettative di tanti cittadini e benefattori che nel corso dei decenni hanno fatto donazioni di arredi e oggetti alla Casa delle Aie, che sempre ha rappresentato (nel suo complesso, ovvero l’immobile e i beni in esso contenuti) nella coscienza collettiva di Cervia un patrimonio monumentale, museale e testimoniale delle proprie tradizioni agricole e della propria storia. Tra i tanti, il fratello di Aldo Ascione, Piero, che in data 31 gennaio 2009 scrisse al sindaco di Cervia (come da lettera allegata): “…in conformità all’espressa volontà di mio fratello Aldo Ascione, deceduto prematuramente il 17 giugno 1978, dichiaro quanto segue: poiché la volontà di mio fratello era quella di donare la Casa delle Aie al Comune di Cervia – casa fornita di tutta l’attrezzatura atta a farne un locale pubblico (suppellettili, mobilia, sedie, vasellame e quant’altro) chiedo gentilmente al signor sindaco di Cervia di riprendere possesso di detta Casa delle Aie, affinché nessuna cosa (neanche un bicchiere) venga rimossa…”.

L’interesse nei confronti della tutela del patrimonio oggetto del contenzioso è talmente  alto da parte della città intera che l’Amministrazione comunale propone all’Associazione Amici dell’Arte di attivare una procedura congiunta che coinvolga la Soprintendenza per la tutela dei beni degni di essere tutelati, indipendentemente da dove essi sono custoditi.

L’Amministrazione si riserva comunque di procedere con l’istanza specifica, presso la sede opportuna, per stabilire la proprietà di tale patrimonio.

Alle dichiarazioni dell’Associazione Amici dell’Arte che agli organi di informazione hanno dichiarato quanto l’Amministrazione deve restituire loro, si risponde dicendo che il pronunciamento del giudice Santi non costituisce titolo per riavere alcunché.

 

 

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