L'Archivio dell'Asilo infantile San Giuseppe di Cervia (1879-1976)

Quando, nel 1877, il Comune di Cervia ottiene dallo Stato la proprietà della chiesa e convento di S. Antonio, il progetto scelto è quello dell'ex sindaco Tiberio Muccioli: farne la sede di un asilo infantile. Lo statuto è approvato nel settembre 1879 e, nei mesi successivi, inizia l'attività volta, come recita lo statuto, “all'istruzione e educazione morale, religiosa e civile dei fanciulli di ambo i sessi, lo sviluppo delle loro facoltà intellettuali e fisiche con l'attitudine all'ordine, al lavoro, al rispetto di loro stessi e degli altri”. Sono ammessi gratuitamente i bambini di entrambi i sessi, poveri, e di età fra i tre e cinque anni. Per bambini di famiglie non povere si prevede il pagamento di una retta che però non comporta condizioni particolari di trattamento. La parità è in qualche modo sancita dall'uso per tutti della medesima uniforme che distingue solo i sessi per colore.

Per il finanziamento dell'ente oltre a sussidi e rette, era prevista la devoluzione dal Comune di una parte dei proventi della vendita di sgobole e sgobioli (prodotti residuali della lavorazione delle pigne) oppure i proventi di pubblici divertimenti come quelli della tradizionale tombola di San Lorenzo, il 10 agosto. L'intitolazione dell'istituto a San Giuseppe risponde a una disposizione testamentaria del fondatore Muccioli, che muore nel 1884 lasciando una parte del proprio patrimonio immobiliare all'ente assistenziale.

 

Nei primi anni del '900 l'edificio dell'ex-convento presenta seri problemi di strutturali e questo, insieme all'esigenza di una sede adeguata per le scuole elementari, spinge l'Amministrazione comunale a impegnarsi nella costruzione di un nuovo edificio, le attuali scuole Pascoli. I lavori si protraggono fino al 1914 ma già nel 1912 l'ala su viale dei Mille, destinata già in progetto all'Asilo infantile, è vincolata in perpetuo all'uso scolastico.

Nel corso del primo dopoguerra e negli anni successivi la situazione patrimoniale dell'ente è consolidata con l'acquisizione di terreni e poderi mentre ulteriori proventi vengono dall'affitto dei locali nella stagione estiva ad enti assistenziali per l'organizzazione di colonie estive per bambini.

Durante la Seconda guerra mondiale l'Asilo sospende l'attività solo nell'ottobre 1943 quando i locali vengono destinati all'accoglimento degli sfollati. In seguito l'edificio e i beni mobili sono danneggiati dal saccheggio delle truppe di occupazione tedesche e anglosassoni e da un bombardamento aereo il 14 agosto 1944. A seguito di questi eventi l'archivio dell'ente è andato distrutto e si è conservato solo a partire dal dopoguerra.

Una volta passato il fronte l'Asilo è una delle prime istituzioni riattivate grazie al supporto dell'assistenza UNNRA e poi dell'AAI che forniscono alimenti per il servizio di refezione dei bambini, un'importante integrazione alla dieta dei più piccoli in quei mesi.

A partire dal 1948, e poi con più costanza dal 1954, l'Asilo San Giuseppe è attivo anche in estate offrendo sostegno alle famiglie impegnate nei lavori stagionali dell'agricoltura e del turismo.

 

Quando, nel 1972, le funzioni di sorveglianza sugli istituti di beneficenza sono trasferite alle Regioni, la Scuola materna San Giuseppe sta attraversando un periodo di difficoltà finanziaria. Le proprietà fondiarie sono già state cedute fra il 1959 e il 1966, mentre resta un edificio nel centro storico ristrutturato con negozi ed appartamenti. In ogni caso la rendita non è sufficiente per cui il Consiglio comunale nel febbraio 1975 propone alla Regione Emilia-Romagna l'estinzione dell'ente, mantenendo il vincolo della destinazione della sede all'attività di scuola materna. L'estinzione è resa esecutiva nel dicembre 1975 per cui dal 1976 il Comune subentra all'ente assumendo la gestione del patrimonio e della scuola materna, ed incamerando l'archivio.

 

Nel 1979 su proposta del Comitato unitario antifascista la scuola viene intitolata ad Emilio Alessandrini, magistrato, vittima di un commando del gruppo terroristico Prima Linea.

 

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