Risposta assessore Mariano Dellachiesa a interpellanza .

RISPOSTA DELL'ASSESSORE ALLA PACE MARIANO DELLACHIESA ALL'INTERPELLANZA PRESENTATA DA ALLEANZA NAZIONALE IL 21 APRILE
A PROPOSITO DI "QUALI INIZIATIVE PER I MARTIRI DELLE FOIBE?"

Il motivo per il quale non è ancora stata istituita una via, un viale, una piazza a nome dei "Martiri delle Foibe" è semplicemente di natura tecnica e di programmazione toponomastica. Proprio in virtù di quell'ordine del giorno citato dall'interpellanza, è già stato inserita nel piano delle nuove intitolazioni anche la possibilità di dedicazione di un luogo pubblico ai Martiri delle Foibe.
Il fenomeno degli infiorati nelle cave dette foibe, a opera degli insorti guidati dal movimento di resistenza sloveno, croato e italiano in Istria e nella Venezia Giulia conobbe due periodi e due territori distinti. Il primo, di oltre 30 giorni, riguarda l'Istria, e va dal 9 settembre al 13 ottobre 1943, cioè subito dopo l'armistizio firmato da Badoglio, quando quasi tutta la penisola istriana cadde sotto il controllo degli insorti, rispettivamente dei partigiani di quella regione. Il secondo periodo va dal 1° maggio alla metà di giugno 1945, nelle città di Trieste e Gorizia con i rispettivi territori conquistati e amministrati per 45 giorni dalle truppe jugoslave.
Quello delle Foibe si tratta indubbiamente di un atto violento e barbaro, che testimonia la degenerazione dell'uomo in un contesto degenerato come la guerra. Ed è proprio per questo motivo, che tante persone di cultura, religione e stato sociale in questi decenni si sono schierate per la pace e contro la guerra, consci che la guerra - sia essa denominata etnica, religiosa, umanitaria, preventiva al terrorismo - non ci porta altro che queste conseguenze.
Ogni fenomeno storico però è a sé stante e va considerato nel proprio contesto. Il rispetto per il dolore, per la morte e per la sofferenza delle persone è sempre lo stesso. È vero tuttavia che da un punto di vista storico esistono delle distinzioni tra fenomeni di violenze e atrocità circoscritte ed estemporanee e azioni sistematiche e prolungate, generate da una precisa intenzione e volontà di sterminio premeditata che ha coinvolto, trasversalmente - nel caso dell'Olocausto - etnie diverse, appartenenze politiche, sessuali e religiose di proporzioni enormi che possono essere identificate non come UN male della storia, ma come IL male della storia.
Le violenze in ogni periodo storico e in particolare nel Novecento purtroppo sono state molteplici e non esistono mai popoli e nazioni buoni o cattivi. Francesi, Inglesi e gli stessi Italiani si sono macchiati di sangue. Basti ricordare l'Etiopia, dove l'Italia ha usato per le prima volta gas nocivi, ed è stata sanzionata dall'allora Società delle Nazioni.
E' giusto continuare a ricordare tutti i martiri, i deportati, gli internati, gli infoibati e tutti quelli che hanno sofferto il sacrificio. Per questo è importante che la pace diventi patrimonio di tutti, affinché questi sacrifici non siano inutili e non si debbano più ripetere.


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