Progetto “Welfare dell’Aggancio - Più delle sentinelle l’aurora”

Progetto “Welfare dell’Aggancio - Più delle sentinelle l’aurora”

“Inconscio dei rifugiati: il trauma della migrazione forzata”.

Martedì 16 aprile 2019 ore 17.30 – Magazzini del Sale

 

Il Progetto “Welfare dell’Aggancio - Più delle sentinelle l’aurora” ha lo scopo di valorizzare nella comunità la cultura dell’ascolto e la sensibilità alle situazioni di fragilità, per aiutare e sostenere persone in difficoltà, con la consapevolezza che ognuno di noi è una risorsa importante per la propria comunità.

 

In tale ottica proseguono le testimonianze per la stagione 2018-2019: incontri con personalità dell’accademia, della scienza e della cultura che con linguaggi e sguardi da mondi differenti riflettono sulla cultura e le parole del Progetto Sentinelle.

 

Il quinto e ultimo incontro, aperto alla cittadinanza, con ingresso gratuito, sarà martedì 16 aprile 2019 alle ore 17,30 ai Magazzini del Sale con l’intervento di Paolo Gomarasca, Professore Associato di Filosofia Morale della Facoltà di Scienze e Sociali dell’Università Cattolica di Milano e Membro FlaI, dal titolo “Inconscio dei rifugiati: il trauma della migrazione forzata”.

 

Paolo Gomarasca è Professore Associato di Filosofia Morale alla Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica di Milano. Fin dai tempi del suo dottorato di ricerca a Lovanio, in Belgio nel 1997, si è sempre occupato del tema cruciale della sofferenza e delle istanze partecipative che il grido di chi è afflitto pone alla comunità politica. Convinto che ogni “presa” della parola rappresenti una presa della Bastiglia, ha sempre cercato di ragionare sulle condizioni accesso alle pratiche discorsive, tali da rendere vivibili le promesse che una democrazia porta sempre con sé. Anche per questa ragione, e per la sua antica passione per le radio libere, oggi è direttore del Master universitario sulla Radio, presso la medesima Università dove insegna e svolge la sua principale attività di ricerca. Questa sensibilità per la voce degli oppressi è diventata oggetto della sua indagine accademica, particolarmente in quattro ambiti di ricerca principali: l’etica della cura nel servizio sociale, anche all’ambito della formazione deontologica degli operatori; l’etica dell’immigrazione, con particolare riferimento ai Refugee Studies, l’etica della differenza sessuale e più recentemente, l’etica del cibo, soprattutto sul versante delle condizioni di giustizia e di contrasto politico della fame e della malnutrizione. Quasi naturalmente, e precocemente, ha sconfinato in discipline a contatto con la filosofia, a cominciare dalla teologia, per finire nell’ambito della psicoanalisi a orientamento lacaniano, appassionandosi soprattutto al tema cruciale dell’angoscia e alla sua potente evocazione del desiderio umano. Collabora con alcune università estere, soprattutto con l’Istituto “Cultura y Sociedad” dell’Università di Navarra in Spagna.

 

Il racconto della migrazione forzata, soprattutto nei mesi della crisi dei rifugiati del 2015, si è letteralmente spaccato in due: da una parte, abbiamo ascoltato, e ancora oggi ne siamo quotidianamente permeati, una narrativa demonizzante, che lavora esplicitamente a disumanizzare il rifugiato, sovraccaricando negativamente la sua rappresentazione mediatica, giocando così a rinforzare l’immaginario paranoide dell’Europa sotto un presunto attacco islamico; dall’altra parte, si è costruita una narrativa vittimizzante, che – per reazione uguale e contraria – ha restituito un’immagine altrettanto falsata del migrante forzato come vittima senza voce, totalmente dipendente dalla benevolenza degli aiuti europei. Nell’uno come nell’altro caso, sebbene per motivi opposti, il rifugiato si trova “parlato” da altri. È possibile, e a quali condizioni, ridare la voce a chi cerca asilo, rendere finalmente gli “asylum seekers” anche, e soprattutto, degli “asylum speakers”, capaci di raccontare la loro esperienza di sofferenza? È possibile evitare che la sofferenza reale delle persone che migrano rimanga, come diceva Foucault, un “resto muto” della politica, ma diventi invece causa comune? Queste sono alcune delle domande che cercheremo di porre, evitando le scorciatoie retoriche, siano esse vittimizzanti o demonizzanti, cercando il più possibile di avvicinarsi alla posta in gioco umana e politica della migrazione forzata.

 

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Il progetto “Più delle sentinelle l’aurora - Welfare dell’Aggancio” è promosso dall’Assessorato alle Politiche sociali del Comune di Cervia. Avviato nel 2013 si inserisce all’interno del percorso Community Lab della Regione Emilia Romagna. L’idea alla base dell’iniziativa, che ha lo scopo di valorizzare nella comunità la sensibilità all’ascolto e alla percezione di situazioni di fragilità, è quella di coinvolgere oltre ai professionisti e ai tecnici del sociale e della sanità, anche interlocutori “insoliti”, persone apparentemente lontane dal lavoro sociale, ma che o per la loro professione o per predisposizioni possono essere “sentinelle” in caso di situazioni sociale critiche.

 

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