Dichiarazione dell'assessore alla Pubblica Istruzione Amaducci.

DICHIARAZIONE DELL'ASSESSORE
ALLA PUBBLICA ISTRUZIONE ROBERTO AMADUCCI

Nelle prossime settimane convocherò i rappresentanti delle categorie economiche e i dirigenti delle istituzione scolastiche cervesi per affrontare insieme il tema del posticipo dell'inizio dell'anno scolastico. Credo ormai siano maturi i tempi per mettere su un unico tavolo le esigenze delle scuole e quelle degli operatori che da anni chiedono il posticipo per avere un'opportunità in più di allungare la stagione turistica. Potremo quindi discutere e valutare, almeno per quello che riguarda l'autonomia delle singole realtà scolastiche, il margine di manovra a nostra disposizione. Nell'operazione sarà coinvolto anche il Csa, l'ex Provveditorato agli studi.
La proposta di posticipare l'inizio dell'anno scolastico, tornata alla ribalta nelle ultime settimane anche grazie alla positiva iniziativa de "Il Resto del Carlino", riguarda un dibattito aperto da anni, che vede impegnati fortemente i nostri operatori che chiedono un calendario consono a una realtà turistica. In questi ultimi giorni ho avuto occasione di constatare che operatori e dirigenti scolastici si sono espressi favorevolmente sull'apertura posticipata, dimostrando di avere un obiettivo comune. I dirigenti hanno colto con il giusto spirito la proposta, avendo ben chiare le caratteristiche del nostro territorio e della nostra economia, ma anche evidenziando la necessità di rispettare l'obbligo delle 200 giornate di lezione all'anno. Ed è questo aspetto sul quale dobbiamo fare attenzione, per non rischiare che il posticipo dell'inizio dell'anno scolastico diventi per noi un boomerang provocando il posticipo anche della chiusura delle scuole e vanificando quindi l'obiettivo di allungare la stagione turistica.
Per questo ritengo che vada ridiscusso e revisionato l'intero calendario della scuola e non solo nella nostra Regione, ma in tutto il Paese. Quella italiana, infatti, è un'economia che ha solide basi nel turismo. Non solo quello balneare, ma anche quello culturale e delle città d'arte. Credo quindi che tutta l'economia del nostro Paese possa trarre giovamento da una ridistribuzione delle vacanze. Va anche tenuto presente che, affinché sia efficace in Romagna il posticipo di una o due settimane, sarebbe necessario che lo stesso calendario fosse in vigore non solo in alcune regioni italiane, ma almeno in tutte quelle del centro e del nord Italia che rappresentano il nostro principale bacino turistico. Per il raggiungimento di questo obiettivo invito la Regione Emilia Romagna a darci una mano, anche se sappiamo che su questo fronte già si sta lavorando con impegno, come dimostrano gli incontri fatti finora e quelli in agenda proprio per affrontare questo tema.

Cervia, 20 maggio 2005

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