Anime senza Voce

Sono stati più di 60 gli artisti italiani e stranieri che hanno dato il loro apporto alla seconda edizione dell’evento internazionale “Anime senza voce” tenutasi dal 25 al 27 agosto ai Magazzini del Sale di Cervia. «Una seconda edizione che ha colpito l’animo degli ospiti e ha messo in luce la sensibilità di ogni artista che nella propria opera ha regalato al pubblico un impatto visivo davvero notevole. La testimonianza delle vittime di abusi minorili, espressa attraverso l’arte, ha dato risonanza non solo nella zona romagnola dove si teneva l’evento, ma in tutta Italia e all’estero» ha dichiarato l’organizzatrice Brigitte Ostwald.

All’inaugurazione, venerdì 25 agosto, l’ assessore di Cervia, Gianni Grandu, ha sottolineato «l’importanza di continuare a sensibilizzare le persone su queste tematiche» e lo storico e critico d'arte, Antonio Dal Muto ha affermato che «un’anima senza voce è solo un luogo senza vita».

Infine, il regista austriaco di Vienna, Reinhard Auer ha sostenuto che «l'arte unita alla passione e al coraggio può risvegliare la società da questo classico tabù che priva il corpo dell’anima, mostrando a tutti quella che è da sempre una piaga della società». La blogger Adriana Giombarresi è riuscita ad intervistare uno degli artisti che ha partecipato a questo importante evento, Walter Reggiani, che ha raccontato come il suo filone artistico si ispiri alle fiabe tedesche e come le sue opere rappresentino spesso bambini, ostaggi dei mostri del nostro presente, che vede la tecnologia sostituirsi alla famiglia. I bambini rappresentati da Walter crescono dentro grembi simili a una chiavetta USB e non hanno radici, ma solo “connessioni”. La sua è una denuncia: “se i fili che legano le persone sono solo virtuali, i bambini rischiano di rimanere soli e senza voce. In balia di chi può fargli del male, anche semplicemente attraverso uno smartphone”.

Nella giornata di sabato 26 agosto si è tenuta una tavola rotonda dal titolo “Diamo volto, voce e aiuto ai bambini vittime di violenza” ,condotto dalla giornalista Letizia Magnani, con la partecipazione di Daniela Poggiali, responsabile servizi sociali Ravenna-Cervia-Russi e dirigente sezione cultura del Comune di Cervia, Cristina Zani, servizi alla comunità del Comune di Cervia, Tiziana Valer, psicologa e psicoterapeuta del CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l'Abuso all'infanzia), Massimo Masi, docente dell’Università di Bologna, consulente regione Emiglia-Romagna e coordinatore gruppo abuso e maltrattamenti all’infanzia, Leonardo Loroni, pediatra Ravenna e socio dell’associazione “Dalla Parte dei Minori” e “Lions Club Ravenna Host”, Alessandra Bagnara, dell’associazione “Linea Rosa Ravenna”, Marco Borazio, psicologo del “Centro Uomini Maltrattanti Cooperativa Libra Ravenna”. II dibattito si è sviluppato inizialmente evidenziando come l’abuso o il maltrattamento all’infanzia sia un fenomeno largamente diffuso nel mondo e anche nel nostro paese, dove circa 1 bambino su cento è vittima di una forma di maltrattamento ed in carico ai Servizi Sociali. Si realizza nel contesto famigliare nel 85-90% dei casi e determina conseguenze dannose e persistenti sullo sviluppo e sulla salute del bambino a breve e a lungo termine. Tutti i relatori sono stati concordi nell’affermare che è indispensabile e prioritario conoscere a fondo e contrastare con strumenti appropriati il fenomeno dell’abuso all’infanzia, nelle sue più sottili e sfuggenti sfaccettature; inoltre, è importante che, sin dalla fase di rilevazione e per tutto il percorso di presa in carico, ci sia un coordinamento fra i Servizi Sociali, Sanitari, Forze dell’Ordine, Magistratura e le organizzazioni che si occupano dei minorenni e degli adulti, inclusi i Centri Antiviolenza, Case Rifugio e Centri per il recupero degli uomini maltrattanti. La fotografa austriaca, Dany Preyer, presente all’evento, ha dichiarato «queste giornate mi hanno davvero cambiata, mi sono sentita in sintonia con questo progetto fin da subito»; ed ha aggiunto, «in questo preciso periodo in cui vediamo il susseguirsi di inaccettabili racconti di violenza, è meraviglioso sapere che c’è ancora chi come questo gruppo di artisti sceglie di ritrovarsi per dar voce ai soprusi taciuti e alle ingiustizie utilizzando la propria espressione artistica».

Durante l’appuntamento finale di domenica 27 agosto, lo storico e critico d'Arte, Giorgio Gregorio Grasso di Milano ha affermato che « l'arte si può e si deve rivolgere contro questa vergognosa abitudine dell’abuso perchè non esiste peggior reato di questo che si abbatte proprio sull’innocenza dei bambini». All’asta di beneficenza erano presenti 40 opere, tra quadri e sculture donate dagli artisti, sono stati venduti sedici delle suddette opere.

Inoltre, è stato realizzato un quadro della dimensione di 150 x 100 da 19 artisti presenti all’evento intitolato “Generatore di valori”. Ognuno degli artisti coinvolti ha lasciato un pezzo della sua anima sulla tela, come segno del proprio passaggio, grazie alla sintonia venutasi a creare in questo particolare contesto. Colori brillanti si mescolano a tonalità scure e pesanti, quasi a trascinare lo spettatore dall’alto in basso in una fusione di forme e figure. Volti umani tristi spiccano con i loro sguardi, mentre forme astratte circolari si intrecciano tra di essi, con l’uso di pennellate veloci, quasi sporche ma date con energia e passione. Gli artisti coinvolti nel “Live Painting” vengono da ogni parti d’Italia e d’Europa, portando le loro qualità e espressioni artistiche uniche nel loro genere; questi i loro nomi: Auxtovà Gabriella, Balan Mirela, Casula Giovanni, Di Giorgio Salvatore, Di Palma Renata, Guazzarini Marco, Izzillo Luisa, Liverani Veronica, Mazik Lubica Ema, Nicolardi Francesca, Ostwald Brigitte, Pieraccini Francesca, Pirri Greta, Preyer Dany, Rauecker Brigitte, Reggiani Walter, Riceci Luisa, Tampieri Silvia e Turci Antonella.

Nel ringraziare tutti i partecipanti alla mostra, artisti, gli ospiti d’onore, il pubblico, le associazioni e tutti i tecnici che ne hanno permesso la realizzazione, l’organizzatrice Brigitte Ostwald ci ricorda che «Se l’arte può davvero cambiare il mondo, questo grande evento ci ha condotti sulla direzione giusta da seguire». Antonino Marino, giornalista Roma

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