A MUSA Cervia Sale e Sole, mostra e dimostrazioni di tecnica calcografica

Cervia Sale e Sole, dal 1 aprile al 1 maggio

mostra di opere di  calcografia e grafica di Claudio Irmi e Giampiero Maldini
Gli autori saranno presenti tuttele domeniche per mostrare al pubblico come nasce una stampa calcografica utilizzando la tecnica della puntasecca

 

Dal 1 aprile  al 1 maggio MUSA il museo del sale di Cervia ospita Cervia Sale e Sole, una mostra di  opere  degli artisti Claudio Irmi e Giampiero Maldini.

Gli autori  raccontano e valorizzano il territorio, la città di Cervia, le  tradizioni, l’incanto e la magia delle saline attraverso incisioni calcografiche. Rendono omaggio alla natura e all’attività dell’uomo con immagini di fenicotteri, di tramonti, di flora e fauna delle saline, ma anche attraverso la descrizione di un ambiente vissuto e rinnovato dall’uomo nel corso del tempo e delle proprie attività.

Claudio Irmi e Giampiero Maldini propongono in questa occasione, soprattutto particolari opere calcografiche realizzate con la singolare tecnica della puntasecca, alternate ad opere di grafica.

 

Gli artisti utilizzano come matrici prevalentemente lastra di rame o di zinco dello spessore di un millimetro circa oppure altre leghe “morbide” che cedono facilmente al passaggio della punta.

La Puntasecca

Essendo il rame metallo elettivo,  la punta che incide, per quanto affilata, non supera agevolmente l'attrito opposto dalla forma. La maggiore o minore pressione esercitata dall'incisione sullo strumento, determina la variazione di profondità, e quindi d’intensità della traccia. Essa presenta, lungo i margini, le “barbe” costituite dal ripiegarsi del metallo aperto dall’intaglio e rovesciato ai lati come la terra dal vomere. Il segno è fresco, immediato, arricchito dalla pastosità creata dalle “barbe” impregnate d’inchiostro e si differenzia nettamente dal segno del bulino che elide il metallo con perfetta continuità e regolarità.

Particolarmente interessante la presenza degli artisti con dimostrazioni dell’uso del torchio calcografico ogni domenica, nel periodo della mostra fino al  1 maggio.

 

Le origini dell’incisione calcografica sono incerte,sembra essere nata in Germania verso il 1430, quando si può supporre fosse conosciuto l’uso del torchio a cilindri in sostituzione del torchio verticale fino allora usato per la xilografia.

Per questa tecnica si fa solitamente riferimento alla più conosciuta acquaforte che si sviluppò all’inizio del 1500 come sistema rapido di incisione in sostituzione del bulino. Si suppone che il primo ad utilizzarla in Italia sia stato Francesco Mazzola detto il Parmigianino(1503/4-1540) mentre successivamente grazie a Callot (1592/3-1635) e Rembrandt (1606-1669) divenne un’importante forma d’arte.

Sostanzialmente la calcografia si differenzia in base ai sistemi utilizzati per la preparazione della lastra.

Nel bulino (la tecnica più antica) l’incisione si ottiene attraverso l’asportazione meccanica di materiale dalla superficie della lastra. Nella puntasecca l’incisione è ottenuta tramite la pressione di una punta, solitamente conica, deformando meccanicamente la superficie metallica.

Nell’acquaforte e nell’acquatinta il tratto inciso si ottiene con un’asportazione chimica di materiale dalla superficie della matrice.

 

Cervia 30 marzo 2017

Ufficio Stampa

 

 

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